Stefano Coropulis – Bari

Stefano Coropulis a Bari, foto di Francesco Lops.
  • Chi è Stefano?

Stefano Coropulis è un ragazzo semplice, sportivo e creativo che cerca di essere sempre se stesso e di sperimentare quello che la vita gli offre, uno che non si tira mai indietro e non si arrende alle prime difficoltà e che crede che il mondo, in fondo, sia un posto fantastico, che andrebbe vissuto e scoperto in tutta la sua molteplicità

  • Dove vivi, Quanti anni hai? Cosa fai?

Sono di Bari e ho 24 anni; nella mia vita ho intrapreso come percorso professionale quello da ricercatore. Sono infatti un ingegnere iscritto all’albo e un dottorando di ricerca in ingegneria civile.

Tuttavia, questo non mi ha impedito di coltivare collateralmente le mie passioni per lo sport (sono aspirante allenatore di Judo e allenatore UEFA C di calcio), per la scrittura (ho pubblicato due libri, un romanzo ed una raccolta di poesie ed è in uscita un terzo, un prosimetro), per il giornalismo (collaboro con Barbadillo.it e gestisco insieme al mio migliore amico un blog sul calcio, ELtrinche.org) e per tutte quelle forme d’arte che lascino esprimere il proprio io, con tutte le sue implicazioni ontologiche, nella maniera più semplice, immediata e pura, come la pittura, il disegno e la musica.

  • Cos’è secondo te l’amore?

Secondo me l’amore è qualcosa che pervade le nostre vite dal primo istante che lo incontriamo e lo riusciamo a riconoscere.

Ho un’idea un po’ romantica della vita, per la quale possiamo incontrare tante persone, possiamo amarle, ognuna in maniera differente, ma che esista un solo unico vero grande amore, che è quello per il quale saremmo disposti anche ad andare contro noi stessi, purché si realizzi. 

Questo implica che l’amore abbia diverse declinazioni e dobbiamo essere in grado di coglierle tutte e viverle perché non c’è nulla di più bello che esperire le infinte sfaccettature di questo sentimento, che forse è l’unico che davvero ci rende vivi, anche quando ferisce.

Non sarebbe normale, infatti, non soffrire per amore, ma questa sofferenza è propedeutica e viene ripagata in toto in momenti di pura felicità

  • Cos’è per te la moda?

Per me la moda è una delle svariate forme d’arte che l’uomo ha cercato per potersi esprimere, ma forse, a dispetto di tante altre è una di quelle che parte da necessità contingenti, come il vestirsi.

Cosa c’è di meglio che rendere artistico un qualcosa di strettamente necessario? Per questo reputo che la moda sia spesso sottovalutata ma meritevole di grande rispetto e ammirazione.

  • Il giorno più bello della tua vita?

Il giorno in cui ho coronato il mio sogno, un giorno in cui ho cambiato la prospettiva della mia vita, in cui pensieri, congetture, durate per lunghi 10 anni sono diventati in un attimo realtà.

Ovviamente tutto si è realizzato davanti al mare in tempesta, in una notte fresca d’estate, come un “sogno d’una notte di mezza estate”.

  • Sogno nel Cassetto?

In realtà se avessi dovuto rispondere fino a qualche mese fa, avrei detto fare l’allenatore di qualche squadra di serie A.

Adesso, non saprei dire, sto rivalutando un po’ i miei interessi e le mie passioni, quindi darò una risposta banale e generica, ma il mio sogno è fare nella vita qualcosa che veramente mi piaccia, tanto da poter dire ogni giorno che ne sia valsa la pena.

  • Hai a disposizione un solo desiderio. Cosa domanderesti al genio della lampada? 

Bella domanda, chiederei di poter gestire il tempo, tanto da poter andare in avanti, indietro, cambiare gli avvenimenti, sapere cosa si potrebbe fare e avere informazioni sul mio futuro, così da poter vagliare ogni possibile output delle mie scelte presenti, passate e future.

  • 3 aggettivi per definirti?

Penso di essere dinamico, riflessivo e curioso; tre elementi che combinati fanno sì che non mi fermi mai.

  • Cosa ti dicono più spesso?

“Sei pazzo” questo è quello che mi sento dire più spesso quando espongo i miei piani per il futuro, i miei sogni e le mie ambizioni.

Penso che sia un modo per esprimere anche che le mie scelte spesso siano coraggiose e fuori da ciò che si addirebbe alla media delle persone della mia età. Però, non vorrei avere una vita banale e comune, per questo spesso prendo decisioni non convenzionali per la maggior parte dei coetanei.

  • Cosa significa per te essere eleganti?

Essere eleganti vuol dire esprimere una personale idea di ordine, un modo di dare ordine al caos che ci circonda. Ovviamente, non c’è un canone di eleganza soggettiva, proprio in virtù di ciò, della propria personale visione della vita e del mondo.

Io reputo l’eleganza equivalente ad una ripresa del classico: giacca, cravatta, maglioncino, pantaloni e scarpe. In questo ordine, però cerco sempre di dare un taglio di nuovo e stravagante (magari usare delle sneakers piuttosto che scarpe da completo o azzardare un colore più ardito rispetto ai classici blu e nero).

  • Cosa significa per te avere stile?

Avere stile significa avere personalità, vestire ciò che piace essendo consci di questo e portandolo con audacia e consapevolezza e sprezzo dell’opinione altrui. Si può avere stile con qualsiasi capo d’abbigliamento purché lo si ritenga un modo esplicito di esprimere la propria persona e diffonderla in giro.

  • Come ti vesti di solito?

Alterno giorni in cui mi vesto elegante e giorni in cui preferisco vestirmi più comodo con felpa e jeans. Non amo particolarmente le tute e pantaloni molto larghi. 

Amo vestire slim fit, camicie e maglioncini, cravatte e giacche, però spesso questo abbigliamento non si addice alle situazioni e allora piego verso una vena più casual, fatta di t-shirt sotto felpe o hoodies.  Per quanto riguarda le scarpe, alterno sneakers a scarpe eleganti, in ossequio al resto dell’outfit.

-Quali sono i tuoi brand di abbigliamento preferiti?      

Amo particolarmente Adidas, Nike, Hollister, Under Armour, Marcelo Burlon, Gucci, V-Lone, Balenciaga ed Off-white per quanto riguarda i brand casual. Per quel che riguarda vestiari più eleganti

  • Raccontaci il tuo rapporto con i social.

Penso che i social siano una vetrina importante per farsi conoscere, nel caso in cui si faccia qualcosa di valevole e valido, però sono anche un mondo molto finto, in cui tutti sembrano essere più belli, felici e realizzati di te, in cui c’è una autocelebrazione del proprio Io che poco si addice alla mia personalità, motivo per il quale spesso preferisco non condividere niente o se lo faccio sono sempre molto reticente, mosso dalla voglia di non creare una finzione in cui finire per essere ingabbiato.

  • Un augurio per il futuro?

Personalmente, di perseguire sempre la via che reputo più felice e di anteporre la vita ai doveri, perché alla fine i doveri sono necessari, ma se esuberano il loro confine diventando l’unico scopo delle proprie giornate, la vita risulterebbe sprecata.

Un augurio generale, invece, che  si ritorni ad essere umani, dando ampio respiro a quello che siamo piuttosto che alle false credenze cui andiamo incontro.

Sei un fotografo, un brand o un negozio e vorresti realizzare degli scatti con Stefano?

Scrivici in direct e saremo felici di aiutarti a organizzare il tuo set insieme a lui !

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